17/09/09

Niente è per finta.

Qualche tempo fa mostrammo uno schema dei migliori premi dell’advertising a livello mondiale e europeo.

In testa c’erano ONE SHOW e D&AD. Bene, a mio avviso già nel 2009 a vedere metalli e gran prix il distacco da Cannes e gli altri sembrerebbe ulteriormente aumentato.

Dal 2010 invece questi due premi potrebbero definitivamente elevarsi a unico e vero punto di riferimento oppure affossarsi nei meandri di una giustizia che nel mondo reale difficilmente premia.

Questi awards hanno infatti preso una decisione drastica, ovvero escludere a priori tutti quegli annunci fake che ormai da troppo tempo infestano il mondo degli awards.
Tutto questo a colpi di squalifiche per chi iscrive campagne fake mai uscite, senza l’approvazione dei clienti e per chi fa le uscite una volta tanto su Topolino o su Radio Noia alle 3 di notte con l’approvazione del cliente che suona tipo: “Ma sì che me ne frega, basta che non sborso un centesimo”.


Questa è una svolta epocale, nata da un periodo saturo di campagne finte, clienti finti, idee finte e riciclate. Una botta al sistema l’aveva data il Dubai Lynx (il Cannes del medio oriente) togliendo tutti i premi ad un’agenzia che tra copie e fake (alcuni addirittura offensivi della religione musulmana e quindi palesemente non usciti) aveva fatto incetta di ori e argenti.

La goccia però sembra essere stata la campagna WWF di DDB Brasile. Un concetto più volte visto per il fumo, per aids e per altre cose che ti fanno toccare i c…

Il problema è che la DDB non ne sapeva nulla, il WWF tanto meno, e quindi scuse ufficiali da entrambi per “la mancanza di esperienza e di gestione delle situazioni” da parte dei creativi.

In tutto questo, per quanto riguarda l’Italia, poco cambia, non abbiamo una grande tradizione di fake (bei fake intendo), anche se gli ultimi successi a Cannes( che comunque poco hanno combinato in questi due awards) qualche dubbio riguardo veridicità e soprattutto diffusione lo hanno lasciato.

2 commenti:

  1. Silvio17/9/09

    Per me non potrà mai essere applicata alla lettera tutto questo. é anche vero che può essere il primo passo per liberarci della creatività "troppo finta".

    Perchè secondo me non è possibile che Monopoli, Scarabeo, Big babol, Palestre varie, ci metto pure la colla e una miriade di prodotti che non comunicano mai un cazzo ma che intorno al periodo di Cannes sembrano che investano milioni di euro in campagne da post produzione hollywoodiana che capiscono solo lo 0,0000001% della popolazione mondiale (noi pubblicitari).

    Va bene cose finte ma che sembrino minimamente vere.

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  2. Anonimo22/9/09

    Secondo me si continuerà indisturabati aggirando tranquillamente le limitazioni. Ricordiamoci che in paesi come brasile o medio oriente i clienti si affidano molto di più alle agenzie che qui in italia. Li asciano fare e ci tengono anche ad avere una comunicazione che sia apprezzata nel mondo.

    Non è da escludere che si mettano un po' tutti d'accordo (agenzia, clienti, editori) per far risultare una cosa finta vera. Che poi se così fosse diventa veramente vera... si forse funzionerebbe e ne gioverebbe pure a tutto il sistema.

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