Parliamo dell'ultimo kolossall della Barilla.
Partiamo dal presupposto che non è un brutto film, allungato ma salvato nel finale.
Quello che non ci va giù è il polpettone retorico che ci propinano. Che palle! A Londra hanno fatto (prima) un piccolo capolavoro che concettualmente è praticamente la stessa identica cosa, con più o meno la stessa lunghezza, ma anni luce meno palloso e soprattutto riassumendo tutta la pappardella Barilla (ah, ah!) in una riga alla fine e senza dire una parola.
Un giorno forse capiranno che una marca per essere apprezzata non ha bisogno di sermoni retorici e di riempirsi di parole su parole a cui forse nessuno crede più.
16/02/09
C'è grano e grano.
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La differenza è disarmante, in quello del pane vedi la marca e il prodotto solo per qualche secondo.
RispondiEliminaIn quello barilla se non si vede la pasta o il nome barilla è un miracolo.
Una storia bella rimane di più di un nome ripetuto.
In ogni caso apprezzabile lo sforzo. L'idea del sogno che si deve avverare non è male.
E' una campagna vecchia, come chi l'ha pensata che fa campagne vecchie da tantissimi anni. L'abilità sta, nel far passare uno spot vecchio come senzatempo come un grande classico.
RispondiElimina( Ma Barilla, un tempo molto lontano è stata anche innovativa.)