16/02/09

C'è grano e grano.

Parliamo dell'ultimo kolossall della Barilla.

Partiamo dal presupposto che non è un brutto film, allungato ma salvato nel finale.
Quello che non ci va giù è il polpettone retorico che ci propinano. Che palle! A Londra hanno fatto (prima) un piccolo capolavoro che concettualmente è praticamente la stessa identica cosa, con più o meno la stessa lunghezza, ma anni luce meno palloso e soprattutto riassumendo tutta la pappardella Barilla (ah, ah!) in una riga alla fine e senza dire una parola.

Un giorno forse capiranno che una marca per essere apprezzata non ha bisogno di sermoni retorici e di riempirsi di parole su parole a cui forse nessuno crede più.





2 commenti:

  1. Anonimo16/2/09

    La differenza è disarmante, in quello del pane vedi la marca e il prodotto solo per qualche secondo.

    In quello barilla se non si vede la pasta o il nome barilla è un miracolo.

    Una storia bella rimane di più di un nome ripetuto.

    In ogni caso apprezzabile lo sforzo. L'idea del sogno che si deve avverare non è male.

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  2. Anonimo17/2/09

    E' una campagna vecchia, come chi l'ha pensata che fa campagne vecchie da tantissimi anni. L'abilità sta, nel far passare uno spot vecchio come senzatempo come un grande classico.

    ( Ma Barilla, un tempo molto lontano è stata anche innovativa.)

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